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Pinacoteca civica | |
Il nucleo originario della raccolta della Pinacoteca di Ripatransone proviene in buona parte dal patrimonio religioso pervenuto alla pubblica amministrazione a seguito della soppressione, nel 1866, degli ordini religiosi. In realtà la ricchezza e la varietà della collezione si devono ad una serie di fattori sinergici, primo dei quali la passione e l'interessamento del canonico Don Cesare Cellini. Non sono, inoltre, da trascurare le donazioni delle nobili famiglie Ripane che, in questo modo, manifestavano quel desiderio di civica virtù di cui si nutrì la neonata nazione italiana.
Due affreschi, recuperati con la tecnica dello strappo, di Giacomo da Campli. Tre opere di Vincenzo Pagani tra le quali Madonna in gloria con Banbino e Santi (olio su tavola 248-165 cm.). Originariamente la tavola centinata era ubicata sull'altare maggiore della chiesa di San Michele Arcangelo.
In primo piano la statuaria figura di San Michele, con grandi ali piumate minuziosamente descritte, è fiancheggiata da un lato da San Giorgio, intrappolato nella sfavillante armatura metallica, dall'altro lato da San Martino con gli attributi episcopali. Il luminoso paesaggio diventa lo strumento di raccordo tra le due parti contrapposte (terra-cielo). Seguendo l'asse verticale della tavola gli elementi simbolici offrono una chiave di lettura legata alla morale cristiana: lo mperador del doloroso regno è sconfitto dal bene trionfante ch'è la luce divina... penetrante per l'universo. La Madonna in trono con Bambino e SS. Caterina, Nicola da Tolentino, Giuseppe e Agostino (olio su tela 241-177 cm.) fu acquistata, invece, nel 1970 da Uno Gera insieme all'altare ove era inserita.
Ricca la quadreria dell'ottocento con opere di autori italiani come Morelli, Ciani e stranieri come Alexandre Calme, Charles Robert L.. Tra gli incisori spiccano i capolavori di Federico Barocci, Giovan Battista Piranesi e Bartolomeo Pinelli.
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